I giovani designer raccontano come cambia l’esperienza della casa in pandemia: il progetto Discovered presentato da Ahec

Il nostro modo di vivere la casa è cambiato in modo radicale durante la pandemia. Abbiamo iniziato a stare in casa molto più spesso, a lavorare da casa, a studiare da casa, a trascorrere periodi molto lunghi rinchiusi tra le quattro mura domestiche senza poter uscire neanche per pochi minuti. Abbiamo scoperto l’isolamento, il distanziamento dagli altri, l’impossibilità di vivere la comunicazione faccia a faccia, l’impossibilità di accogliere gli altri a braccia aperte nei nostri spazi. Ahec ha allora deciso di dare vita ad un progetto pensato per i giovani talenti del design che ha come obiettivo proprio quello di creare nuove idee che possano rappresentare questi cambiamenti a cui la pandemia ha dato il via. Il progetto prende il nome di Discovered ed è stato realizzato in partnership con Design Museum.

Sono stati selezionati per questo progetto 20 laureati dagli elenchi di Wallpaper e dal network di AHEC, giovani a cui è stato affidato il compito di realizzare un oggetto come risposta al modo in cui hanno vissuto il periodo di pandemia, utilizzando tre specie di legno sostenibili di latifoglia americana, ossia quercia rossa, acero e ciliegio. È un progetto quindi anche volto alla sostenibilità ambientale, altro tema scottante in questi ultimi anni nel settore del design e dell’arredamento.

Discovered: i progetti che sono stati presentati 

I giovani talenti del design hanno utilizzato le tre specie di legno sostenibili per creare in modo del tutto libero dei progetti in base alle loro esperienze di vita in isolamento e alle loro esperienze lavorative. Hanno creato dei pezzi di arredamento che sono funzionali alla vita tra le quattro mura domestiche, ma che allo stesso tempo sono anche emozionali, capaci di far scaturire sensazioni importanti e di rappresentare il periodo della pandemia al meglio. Sono oggetti che ci costringono a ripensare lo spazio domestico, ma anche quello pubblico, e che rappresentano il modo in cui in futuro lo spazio dovrà essere vissuto.

Contatto, riflessione e introspezione, forza, sono queste le tematiche che hanno ispirato i giovani designer, che si sono ovviamente lasciati trasportare ognuno dal proprio personale background e che in alcuni casi hanno anche deciso di coinvolgere i loro familiari nel processo creativo. Dopotutto è proprio con i familiari che hanno trascorso l’isolamento, insieme tra quelle quattro mura domestiche, divisi dal resto del mondo.

Lo sviluppo del progetto in ogni sua fase verrà documentato direttamente sul portale discovered.global e tutti i pezzi che prenderanno vita saranno poi esposti al Design Museum di Londra.

Discovered: ecco alcuni dei progetti 

Tutti i progetti dei giovani designer sono interessanti. Ne abbiamo selezionati però tre che vi racconteremo in breve, giusto per farvi comprendere la portata di queste eccezionali idee.

Sizar Alexis è un designer che ha vissuto durante gli anni ‘80 la guerra. La sua infanzia è stata ovviamente segnata da questo evento, un’infanzia che lo ha portato a vivere la casa come un bunker, come un rifugio. Secondo Sizar Alexis esistono delle similitudini tra la guerra e la pandemia e la casa anche in pandemia è un rifugio a tutti gli effetti. Questa sensazione di rifugio è stata per Sizar Alexis particolarmente forte, dato che proprio durante la pandemia è nato suo figlio. Ecco allora che ha deciso di dare vita a dei pezzi di arredamento monolitici, con volumi massicci, solidi, che ricordano proprio l’architettura di un bunker. Si tratta di un armadietto contenitore e di una panca realizzati in ciliegio americano.

Anche Isabelle Baudraz ha deciso di utilizzare il ciliegio americano per il suo progetto Presences. Il suo è un progetto completamente diverso. Isabelle ha vissuto l’isolamento come un distanziamento forzato dalla natura. Proprio per questo motivo ha deciso di creare degli arredi che potessero portare la natura dentro casa, le sue forme, il suo movimento. Sono arredi con cui poter interagire e che incoraggiano l’esplorazione tattile, ideali per sconfiggere ogni brutta sensazione provata in isolamento, ideale per riuscire a riconnettersi con l’ambiente che ci circonda e di conseguenza anche con noi stessi. Si tratta nello specifico di un mobile sospeso, di una installazione da parete e di un oggetto da scrivania che gioca sull’equilibrio, sulla ricerca della stabilità.

Ricordiamo infine i mobili da relax Thought Bubble in quercia rossa americana, progettati da Nong Chotipatoomwan. Sono mobili pensati per il relax e allo stesso tempo per favorire un viaggio dentro se stessi, verso una maggiore consapevolezza di sé. Nascono dall’impossibilità di viaggiare con il corpo, dall’impossibilità di muoversi nello spazio. La nostalgia per i viaggi e per il movimento, ha portato alla realizzazione di mobili che possano offrire simili esperienze anche tra le quattro mura domestiche, seppur solo con la mente.